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Gli avvocati sono abituati a vivere di scadenze e termini imposti da altri, dalla legge, dal giudice, dai clienti.
Un avvocato viene educato, sin dal primo giorno di pratica, a fare attenzione alle scadenze ed ai termini.
Vive, spesso e volentieri, con la sensazione di non avere il controllo del proprio tempo, forse per questo che molti avvocati sfruttano ogni minuto a disposizione.
Le cose non sono molto diverse per altre categorie professionali.
Non nego che per lungo tempo l’ho considerata come condizione naturale della professione forense. Più mi sono formato e ho sviluppato le competenze e più mi sono scontrato con questa convinzione diffusa.
Ho letto libri e fatto corsi di ogni genere e sono arrivato a poter dire di controllare la maggior parte del mio tempo, della mia agenda.
Alla domanda “chi controlla la tua agenda?” posso rispondere “per circa l’80% io”.
Sono io che fisso gli appuntamenti e le riunioni, le date dei corsi di formazione ed i momenti dedicati allo studio. Segno in agenda quando prendere del tempo per me stesso e la famiglia. Una grande conquista.
Fino a quando qualcosa rompe l’equilibrio e cadi nel delirio della frenesia scandito da termini sempre più ravvicinati, consegne ed attività via via sempre più urgenti. Tutto ciò determinato da altri, al di fuori del tuo controllo. Lo accetti perché gli imprevisti possono capitare.
Viene meno l’equilibrio dell’agenda che hai costruito, crollo che trascina con sé l’equilibrio mentale.
Le attività frenetiche generano stress e forti emozioni, che lasciano dietro di sé fastidiose “scorie”.
Il razionale controllo dell’agenda lascia il posto al delirio emozionale.
Il controllo che ritenevi di avere raggiunto è una illusione.
Ti fa stare bene fino a che l’illusione si mantiene, fino a che la bolla di cristallo in cui sei immerso si rompe in migliaia di pezzi portando strappando la tranquillità mentale. Le tecniche di gestione del tempo, cambio di atteggiamento ed impostazione mentale aiutano, ma non ribaltano la realtà.
Ciò che è fuori di te è al di fuori del tuo controllo.
È su quello che devi fare attenzione per evitare di non inciampare.
L’arroganza della mia risposta sul 80% l’ho capita quando la fragilità della situazione si è rivelata in tutti i suoi miliardi di pezzi.
Quando con una battuta ho risposto alla domanda “chi controlla la tua agenda?” “per l’80% io, il problema è il 20% che non controllo”.
Come in un sogno mi è tornato alla mente il principio di Pareto, ovvero il principio secondo cui il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti
In pratica io ho determinato la situazione, io ho messo le basi per il generarsi dello stress perché porre l’attenzione a controllare l’80% dell’agenda ho ceduto all’esterno il controllo di quel 20% che determina gli effetti peggiori perché gli imprevisti e le emergenze derivanti l’80% delle mie energie, risorse e capacità
Allora previeni e preparati partendo proprio dal 20% al di fuori del controllo.
Quando pianifichi le attività parti da ciò che si trova al di fuori della tua sfera di controllo, prevedi e organizza il tuo tempo assicurando tempo extra da dedicare agli imprevisti.
Iacopo Savi
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