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Ormai da un decennio stiamo attraversando un periodo storico particolare. L’economia globalizzata, la saturazione dei mercati e la trasformazione digitale (prima ancora del Covid) inducono a ripensare le modalità con cui svolgere la professione, soprattutto per quanto concerne la gestione di tutte le attività (legali e organizzative).
Ogni studio legale che desidera eccellere ed essere protagonista di una porzione di mercato, non può dimenticarsi di prendersi cura dell’organizzazione nel suo complesso.
Oggi l’avvocato che si distingue e viene apprezzato dal cliente non è solo quello che tutela i suoi diritti (dentro e fuori le aule di Tribunale), ma colui che riesce a creare e gestire un’organizzazione efficiente e che mantiene uno stile di lavoro professionale, adottando però un approccio alla gestione di tipo manageriale, tipico delle imprese.
Ogni studio legale può essere, innanzitutto, mono disciplinare (specializzato) o pluridisciplinare. La scelta dipende dalle competenze interne e dalle strategie adottate per competere sul mercato, oltre che dall’esperienza sul campo dei “soci fondatori”.
Esistono studi che puntano all’eccellenza, specializzandosi in una materia specifica (diritto bancario, del lavoro, tributario, ecc.) e studi che invece si dedicano a più rami del diritto per offrire al cliente assistenza a 360 gradi. Alcuni sono focalizzati su un target specifico di clienti, altri (soprattutto nelle città più piccole), si rivolgono a più tipologie di clienti (privati, imprese, etc.)
L’organizzazione interna dello studio sarà influenzata e costruita sulla base di questa prima scelta strategica (specializzazione, tipologia di cliente), che influenzerà e determinerà le altre.
Per quanto concerne l’aspetto gestionale possiamo distinguere il modello organizzativo di uno studio legale in tre tipologie:
Il modello organizzativo orizzontale è tipico degli studi legali pluridisciplinari (in genere di piccole dimensioni), costituiti da diversi professionisti, ciascuno dei quali si occupa e gestisce un ramo del diritto. L’avvocato esercita la professione coadiuvato da alcuni collaboratori e al massimo una segretaria.
Il modello organizzativo verticale è invece tipico dello studio specializzato che si occupa di un solo ramo del diritto. Il vertice è rappresentato dall’avvocato fondatore dello studio il quale dirige e coordina gli altri avvocati, collaboratori, dipendenti e praticanti.
Il modello organizzativo misto è, invece, quel modello utilizzato dagli studi di medie e grandi dimensioni, o da i piccoli studi che tuttavia desiderano strutturarsi per crescere e migliorare la qualità del lavoro.
Solitamente lo studio è costituito da un management ben strutturato composto da soci/avvocati con maggiore esperienza gestionale che sovraintendono una o più aree di specializzazione.
Al management rispondono i responsabili d’area, avvocati con esperienza in una sola materia/settore e che sovraintendono il proprio settore.
Inoltre il management è coadiuvato da una segreteria direzionale ed un ufficio comunicazione per quanto riguarda gli aspetti amministrativi, contabili e di pubbliche relazioni. Ogni responsabile d’area gestisce avvocati specializzati che svolgono il lavoro operativo coadiuvati da collaboratori di studio, altri professionisti e giovani praticanti.
La stessa “struttura” può essere replicata (ovviamente in scala ridotta e con diverse modalità) anche negli studi più piccoli (magari collegati tra loro).
Il modello organizzativo misto è quello che più si avvicina al mondo imprenditoriale e permette la creazione dei centri di responsabilità che facilitano i processi di delega e i processi produttivi e gestionali all’interno dell’intera organizzazione professionale.
Dopo aver individuato la tipologia di modello organizzativo, indispensabile per progettare o riprogettare l’architettura dello studio, occorre individuare gli elementi per una sua corretta implementazione.
Uno studio legale che vuole distinguersi e crescere (migliorare l’utilizzo delle proprie risorse) deve utilizzare un approccio manageriale alla gestione di tutte le attività, che si basa su alcuni pilastri essenziali:
Un’organizzazione forte permette di lavorare meglio, ottimizzare i tempi, le risorse e innalzare la qualità percepita del cliente, condizioni imprescindibili per puntare alla crescita del proprio studio.
Avv. Stefano Toro
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